Il Nero di Troia

L'uva di Troia è un vitigno autoctono pugliese. Prende anche il nome di "Nero di Troia" data la sua lata carica polifenolica che conferisce un colore rubino intenso e che a volte può sembrare "nero". Le origini del vitigno non sono certe, mentre certo è il legame con la città di Troia. La leggenda vuole che Diomede, sbarcato sulle rive del Gargano, portasse con sè dei tralci di vite, che hanno trovato qui il loro habitat naturale. La storia narra invece di Federico II di Svevia che amava degustare il “corposo vino di Troia”, e più avanti negli anni che i marchesi D'Avalos, notata l'assoluta qualità ed attitudine dei terreni circostanti, incrementassero notevolmente le coltivazioni di quest'uva. Per lungo tempo questo è stato un vitigno relegato ad un ruolo secondario, quello di rafforzare con i suoi notevoli corpo e colore, i vini più deboli. Solo in tempi recenti inizia ricevere i giusti riconoscimenti, perché si è dimostrato che vinificandolo in purezza si ottengono vini di assoluto pregio. Il vino che si ottiene da quest'uva al termine dell'affinamento presenta un bel colore rosso rubino intenso giustamente tannico con tannini eleganti; austero, gusto speziato e di legno anche senza passaggio in barrique, con sentori di more e liquirizia. Il Nero di Troia conservato nelle Cave Leone è dunque un vino particolare,non solo per l'uva da cui viene prodotto ma per la lavorazione stessa: i pochi grappoli dei ceppi presenti nelle vigne all'esterno delle Cave, vengono portati direttamente in grotta a 20 metri sotto il livello del suolo e lavorati quasi al buio e alla temperatura costante di 15° C.  Produrre vino è una faccenda seria e qui ogni gesto viene eseguito con amore e poesia, stando attenti al ripristino delle tradizioni, senza rinnegare le evoluzioni della materia..perché il vino non è soltanto una miscela di uva pestata: è qualcosa di più. È terra. È tradizione. È una filosofia di vita..

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